In esse non sono racchiuse corde di cuore di Drago, piume della Fenice, peli di unicorno o capelli di Veela. Accidenti, a pensarci bene non saprei neanche spiegare bene cosa sia una Veela. Posso confermare, peró, che non è il mago a scegliere la bacchetta magica: quel che avviene è esattamente l’opposto.
Questa volta il produttore di bacchette magiche non è Olivander, e la sua Diagon Alley è la macchina da cucire della Supernonna. L’arzilla vegliarda ha approfittato del mio periodo di superlavoro per rubacchiare altro feltro e ritagli sparsi di stoffine dalle mie scorte segrete e… cuci che ti cuci, cuci che ti cuci, ha armato la mia nanetta di chissà quali incantesimi (per l’ispirazione deve sempre ringraziare il libro magico)
“… così si affrettò dietro il bancone e prese una scatolina con un simbolo a forma di farfalla stampato sopra: si avvicinò alla ragazza quasi studiandola. Legno di liquirizia, volgarmente chiamato Radice Amica… molto particolare… anima di ali di Libellula delle Nevi, 10 pollici. Molto flessibile! disse tirando fuori la bacchetta e porgendogliela: è impressionante la potenza che ha negli incantesimi scudo… eccellente! E ridendosela tornò dietro il bancone: sette galeoni mia cara…” (potremmo potterianamente parafrasare!)
Ebbene sì, non sarà la famosa bacchetta con stella della fata madrina di Cenerentola, ma forse è meglio così. Possiamo sperare che gli incantesimi (se avete richieste da avanzare, non esitate) durino anche passata la mezzanotte…