Quando allatti, soprattutto i primi mesi, il tempo cambia il suo ritmo. Tu e il tuo bimbo siete una cosa sola: il respiro non è più all’unisono, ma un cordone ombelicale invisibile ti lega ancora a lui. Fisicamente.
Non sto parlando solo di quella manina che cerca continuamente la tua, di quegli occhi che solo pian piano si aprono alla luce che cambia. Di quel suo bisogno del tuo odore, diverso da qualsiasi altro; della tua voglia di lui. C’è anche un perimetro temporale e spaziale che vi accomuna.
Ritirando in una scatola questa collana preparata per il mercatino ripensavo al giorno in cui ho comprato la carcassa di quella vecchia cipolla, il meccanismo di quell’orologio da polso, la rotella di una sveglia in disuso: erano le prime ore trascorse lontano da Anna, tra una poppata e l’altra. Giusto il tempo di frugare con Lungopiede tra questi pezzi di tempo recuperati, catalogati e messi in vendita da un banco del Baloon. E di tornare a casa. Da lei.
Solo ora li ho assemblati, grazie alle cose che sto imparando sul fimo e sulle sue infinite possibilità. E sono già passati più di tre anni…