Ci sono dei viaggi che cominciano molto prima della partenza. A ricordarmelo, tornando dalla Bosch di Milano, era quel cielo di nuvole sparse, i cirri come stendardi, una luce diversa ad ogni curva, in ogni piccolo scorcio.
Lungo i campi, oltre le prime risaie allagate, guidavo come scortata da quelle montagne dipinte di blu schierate su un fianco, e rincorrevo quel primo pensiero. A sovrapporsi al paesaggio intorno erano le luci della Svezia, della Finlandia e della Norvegia, in un viaggio di qualche anno fa.
Era la consapevolezza che a volte parti avendo già immaginato mille volte le strade da attraversare e la gente che incontrerai, ma poi la vita ha più fantasia di te, e tu torni a casa con occhi nuovi, le tasche piene di semi di cui non sai.
Pensavo che per noi motociclisti italiani il viaggio fino a Capo Nord è per lo più un sogno da rigirar tra le dita, ma poi non tutti partono davvero, e chi lo fa chissà cosa si aspetta, chissà.
Pensi subito ai fiordi che hai visto nelle foto e sulle brochure, ma poi ti ritrovi a scontare 1500 km di vista conifere, scanditi da autogrill a pagoda. Ti aspetti delle città, là, chino sulla cartina, ma poi scopri quelli che a te paiono villaggi di granai colorati, usciti come dal disegno di un bambino, con quelle finestre calcate di bianco, accanto a laghetti come di montagna o a campi di grano disseminati di uccelli neri e gabbiani… e il tuo cuore si schiude, ricompensato.
Al circolo polare artico non trovi Babbo Natale, ma qualcosa di meglio: un’anziana signora Sami con cui ci si capisce a gesti, che ti frigge i pescetti che ha appena pescato. Le renne a spasso, fuori casa, come mucche con i campanacci. E, arrivati lassù, non c’è altra via che qualche squarcio di cielo…
Vi racconto tutto ciò perchè grazie a quel viaggio fatto di luci e colori cangianti, ma anche di difficoltà e di lunghi silenzi, ho compreso più che altrove quanto l’importante sia avere il giusto compagno di viaggio. Qualcuno che metta insieme a te legna sul fuoco, invece di farti perdere energia. Che abbia rispetto per il tempo e la dedizione, la fatica e la passione. Che sia capace di raccontare e di stare in ascolto.
Per questo ho scelto di accettare la proposta di Dremel e di iniziare a collaborare con loro: perchè in quella prima mail ricevuta ci sono scritte cose come “abbiamo imparato tanto dalle nostre blogger” e mi piace l’idea di crescere insieme.
Perchè nell’incontrarli ho ritrovato la stessa calda e professionale accoglienza; perchè mi sono davvero divertita a fare con loro esperimenti di taglio, incisione e incollatura in uno scambio reciproco ricco di entusiasmo; perché saró libera di scrivere le miei opinioni, di criticare, lodare, consigliare o meno i prodotti.
Perchè, infine, per noi creativi d’appartamento i prodotti Dremel sono un po’ come per un motociclista fare un viaggio fino a Capo Nord e io, anche questa volta, non vedo l’ora di partire per scoprire cosa mi aspetta davvero.
Insieme ai miei limiti – per me, chi mi segue lo sa, gli utensili elettrici sono un po’ un ballo della debuttante – ho convocato anche il mio istinto e i miei talenti e ho deciso di accettare questa proposta di collaborazione: voi che fate, partite con me?
P.S.: Oggi è venerdì. Su LaStampa/mamme.it trovate il tutorial della settimana per I Lavoretti Insieme. Sperando in un po’ di sole, vi racconto come fare le bamboline con i fiori, con un grazie a tutte le nonne e ai loro giochi di bambine.
Passare da te è sempre un incanto…
Lieta
p.s.
non parliamo poi dei papaveri:)))
Perchè mi fai sempre commuovere?
i tuoi racconti di viaggio, come le immagini, sono bellissimi.
…buon viaggio nuovo!
Che immagini spettacolari…poi guardarle leggendo le tue storie le da ancora più fascino!
Ti invito a partecipare al mio giveaway,
bacio
ilaria
Grazie ragazze… altro dire non so…
[…] scelto infatti di cominciare questo viaggio fino a Capo Nord con Dremel con un regalo per lei, che ogni giorno – dall’alto dei suoi quattro anni – tiene […]