Ci sono delle mattine in cui il risveglio è un po’ più duro. Lotti per uscire dai mondi creati nel sogno durante la notte, e in famiglia riescono a stanarti solo grazie al profumo del caffè che già gorgoglia in cucina. Se poi, con fatica, riesci infine a trascinarti davanti al computer per iniziare a lavorare e tra le mail ce n’è una del TGV-europe che ti offre Paris andata e ritorno per 29 euro, millantando gite in bicicletta per la città, giornate di shopping nel Marais e pic nic romantici nel cuore della città, bhe… il gioco si fa davvero sleale.
Per questo, quando le ragazze di social-fimo mi hanno chiesto se volevo unirmi al gruppetto improvvisato in partenza domenica mattina per Creattiva – Fiera delle Arti Manuali, non ho saputo resistere.
Bergamo non sarà Parigi con il suo Créations & Savoir-faire – il salone della creatività di Parigi (non per qualche puzzetta sotto il naso di troppo, non fraintendetemi, ma solo per tutta la nostalgia che ho di quella città e di quell’esperienza), ma ho pensato: perchè non buttarsi?
Sono atterrata sul morbido (vero Gabi?): amiche, fontana di cioccolata per merenda, qualche acquisto compulsivo, mammozza al seguito (al suo primo salone creativo) con tanto di occhi sberluccicanti, e una giornata a parlar di pasticci. Cosa volere di più? Bhe, forse qualche novità: lo ammetto, in questo senso sono rimasta un po’ delusa. Unica eccezione: l’avorio vegetale.
Voi lo conoscete già? Per me è una novità, ma è un materiale interessante. Due volte l’anno in Ecuador raccolgono i semi (200 per frutto) della palma della tagua, pianta che prospera nella foresta pluviale del Sud America. “E’ un materiale usato poco e poco conosciuto. In realtà è stato scoperto alla fine del ‘700 e fino al 1920 è stato impiegato per la produzione di bottoni nel mondo. Dopodiché con la diffusione della plastica e del legno o di altri materiali come l’avorio animale o le perle, l’uso di questo prodotto per accessori e bottoni è andata scomparendo, mentre è rimasta la creazione di oggetti in miniatura come piccole statue, soprammobili, insomma tutti quegli oggetti che si vedono sulle bancarelle “etniche”. Quindi non si è sviluppata neanche la ricerca sulle potenzialità di questo prodotto. (fonte qui)”.
I semi vengono raccolti – così mi hanno spiegato allo stand – fatti bollire per colorarli con sostanze naturali e poi scolpiti a piacere. Quello che rimane della lavorazione viene raccolto e utilizzato come farina per gli animali o per asfaltare le strade. Bhe, googlando ‘tagua’ ovviamente mi sembra che tutto il mondo la conosca, ma tant’è… in questo piccolo microcosmo arriva solo ora! E poi mi piacciono progetti come questi, che costituiscono una risorsa economica e rinnovabile per la gente autoctona e implicano la conservazione delle foreste in cui le piante vivono.
Siete un po’ deluse? Volevate tante foto? Condividiamo allora la stessa frustrazione: laddove ho visto i progetti migliori campeggiavano grandi cartelli “NO FOTO!“, un po’ il ritornello di questa fiera. Posso dirvi che c’erano tantissimi stand di scrapbooking (tutti più o meno con le stesse carte, gli stessi punch, gli stessi timbri, le stesse big shot e con la stessa disponibilità alla dimostrazione), infiniti accessori e componenti per la bigiotteria, stand di cake design con accessori e dimostrazioni e uncinetto con la fettuccia in ogni angolo. Il resto ve lo potete immaginare (trovate qui un video). Per il fimo c’erano qui più materiali che a Parigi, ma niente di particolarmente illuminante. Abbiamo però trovato le classiche formine a espulsione con la molla che cercavamo da un po’ (per poi scoprire che si trovano anche qui a Torino, eh eh).
Per concludere, voglio segnalarvi, però, una delle eccellenze artigiane del Piemonte scoperta in fiera: Monica e il suo Le Tricot. Mani davvero magiche, le sue! Peccato che non voglia far pubblicare immagini delle sue creazioni (abbiamo comprato un regalo strepitoso per un’amica!): se passate da Luserna San Giovanni però fate un salto nel suo atelier…
P.S.: Se anche voi siete state a Creattiva e volete lasciare qui sotto il link del vostro resoconto sappiate che mi farà piacere leggere pareri diversi dal mio. Se avete qualche domanda, vi risponderò. Se no lasciate un saluto in cambio di una capriolaaaa****
P.S.: L’avorio vegetale è stato portato in fiera da Solstizio
non conoscevo questi semi… e spero proprio di trovarli anche a napoli questo fine settimana ;)
Sentirai che strana sensazione nel prenderli in mano: una leggerezza che davvero non ti aspetti!
in questo momento mi sarei fatta andar bene anche Bergamo… pur di fare un giretto e cambiare aria. Ma il mare da attraversare complica non poco…
Una sola fiera creativa al mio attivo: Vicenza. Massificazione e mercificazione a oltranza, tutto un businness e poca trasformazione, poca arte… e poi, più o meno come mi succede a Bologna per la fiera del libro, che dopo qualche edizione inizia ad essere troppo uguale a se stessa, immagino che anche per le fiere creative gli espositori siano praticamente gli stessi che si spostano di qua e di là… insomma dopo che sei stata a Parigi… :) non conoscevo l’avorio vegetale, dalle foto mi sembra veramente piacevole
Sempre cose nuove e originali da te!!! ma Parigi…è sempre Parigi !!!
Bacioni Lieta
Con tutto che, Bergamo Alta, sia davvero un bijoux, se Bergùm fosse Paris, ogni week end sarei lì ;-))
Però ogni tanto, queste immersion creative, colorano e rallegrano una giornata…e allora ben vengano!
Certo che 29€, volo e giretto nel Marais…mmmmm, che voglissima!
Beso, elenita°*°
Dopo quasi una settimana dal “morbido” adesso è propio DURA!!!!
un abbraccio nevoso
Chissà, magari ci troveremo insieme a qualche salone, cosa ne dite?
Sarebbe davvero bello!
Paola