“La Peppina fa il caffè, fa il caffè con la cioccolata, ma ci mette la marmellata, mezzo chilo di cipolle, quattro o cinque caramelle, sette ali di farfalle e poi dice: ‘Che caffè!!!'”
La ricetta che ci tramandiamo noi di generazione in generazione non contempla nè rosmarino nè penne di pulcino, ma – come quello della Peppina – il nostro caffè “non si beve alla mattina né col latte né col the ma perché, perché, perché?”
La curiosità di assaggiarlo ci sarebbe, ma noi abbiamo trovato un modo migliore di utilizzarlo: con il pennello bello zuppo coloriamo dentro la formina di un biscotto, premendola bene sul foglio di cartoncino in modo che funzioni da argine.
Spolveriamo poi con i cristallini di zucchero, quanto basta per assorbire il liquido in eccesso, togliamo la formina e lasciamo asciugare il foglio in piano per evitare fastidiosi gocciolamenti (si può porre comunque facilmente rimedio tamponando con un po’ di Scottex). Il risultato finale sarà comunque d’effetto, anche se il colore e lo zucchero non saranno stati distribuiti in modo omogeneo.
Questa tecnica è particolarmente adatta ai piccolini (Anna qui non aveva ancora due anni) che si mettono ancora le mani in bocca, ma per i più grandi ci sarà la soddisfazione, una volta asciugato il capolavoro, di disegnare le palline e la stella di Natale. E se, ripulita la cucina, avrete voglia di ripassare con loro la ricetta della Peppina nascondete prima le vostre scorte di tritolo: ma perchè, perchè, perchè?