Una città divisa in due da un viaggio in pullman. Al di qua si camminava lasciando impronte sul nevischio lieve, sotto alberi immobili nelle loro vesti di cristallo. Al di là le uniche tracce della galaverna notturna erano pozzanghere ghiacciate, rare aiuole indurite.
Una magia passata in fretta, quella di stamattina, che ha fatto giocare la piccola Anna e la sua nonna a scrivere i nomi di tutti noi sulle panchine imbiancate: un enciclopedico abbraccio virtuale di cui godere solo a distanza, con una telefonata.
A ripararmi dal freddo per ora bastano loro due, Canebau, tutti gli amici e parenti che nel weekend hanno fatto festa insieme a noi e il pensiero di quel piccolo riccio che Davide (4 anni e mezzo) ha inventato e costruito per la mia nanetta, sua grande compagna di avventure. Se un giorno è stato un sasso, ora è davvero un nuovo amico di cui prendersi cura…