Il legno ha sempre esercitato su di me un fascino speciale – con quel suo profumo di bosco che disegna l’aria intorno di una polvere sottile – ma incompetenza, un po’ di timore verso tutte le macchine rotative e un po’ di pigrizia mi hanno quasi sempre tenuta lontana.
Vedere dal vivo il moto-saw, così piccolo e intuitivo da usare, mi è sembrata da subito una briciola sul sentiero, quel po’ di coraggio che da sempre mancava: magari potevo farcela anch’io, perchè non provare? Dal basso del suo chiletto di peso, stretto nei suoi 20x26cm, mi incuteva davvero poca paura.
Il tavolino recuperato in cantina, sistemato in balcone, si è rivelato perfetto per potergli fissare ad un’estremità le due piccole morse in dotazione per lavorare in modalità stazionaria.
Le indicazioni di Giacomo della Dremel, a questo punto, mi sono state molto utili: prima di montare la lama (impossibile sbagliare, anche per una smemorilla come me, grazie al fatto che il verso di inserimento è ricordato da una grafica) ho letto bene le specifiche di quelle esistenti. Ad ogni materiale la sua! Io avendo un cavallino tutto curve ho scelto la lama fine MS52, ideale per il legno e più flessibile.
Mentre tagliavo il compensato con il moto-saw mi sono sorpresa a cercare con il piede destro il pedale della velocità della macchina da cucire. L’effetto che fa è davvero questo, solo che ad andare su e giù, invece dell’ago, è la lama seghettata. Davvero semplice, immediato, quasi istintivo. Una cosa che forse aggiungerei è un pedale per accenderlo e spegnerlo perchè per farlo devi lasciare con una mano il pezzo su cui stai lavorando e abbassarti per cercare il pulsante, cosa che magari puó creare disagio in alcuni momenti della lavorazione.
La cosa che mi ha convinta di più è stata il poter muovere il pezzo da tagliare verso la lama, e non viceversa. Questo rende più naturale il gesto, aumenta la visibilità e dunque la precisione nel taglio. Il sistema di bloccaggio automatico della lama, inoltre, mi è stato molto utile quando ho dovuto fare un taglio sul pieno sulla pancia del cavallino. La lama va infilata in un buco fatto nel legno con il trapano prima di essere posizionata e fissata al moto-saw, ma lo si deve fare un po’ alla cieca, per la visibilità ovviamente ridotta. Mi ha dato fiducia sentire che la lama, anche se a me sembrava a posto, non si agganciava: questo mi ha permesso di affidarmi al suo sistema di sicurezza e di evitare rotture indesiderate.
Ancora due o tre note sul moto-saw, per rispondere alle domande che finora mi avete rivolto (se ne avete altre lasciatele qui sotto, cercheró di rispondervi).
1- Come in una macchina da cucire c’è un piedino che aiuta a ridurre le vibrazioni del pezzo da tagliare e protegge in parte le vostre dita da eventuali distrazioni, ma non da tutte. Non la farei usare ai vostri figli, quindi, se non in vostra presenza, ma perchè non fargliela provare (dopo aver spiegato bene loro tutto, macchevelodicoaffà) se hanno già l’età giusta per sperimentare i primi lavoretti di falegnameria?
2- Si monta su qualsiasi tavolo riusciate a fissare la nonnapapera per fare la pasta, ma eviterei di lavorare in prossimità del letto, di apparecchiature elettroniche o di una libreria, anche perchè le fasi successive al taglio vi riproporranno comunque il problema della polvere di legno generata. Il moto-saw è dotato comunque di un attacco per aspirapolvere che potrebbe essere interessante sperimentare.
3- Come in tutte le esperienze creative handmade noterete dopo un po’ di prove, che il modo in cui conducete il legno verso la lama cambia il tipo di taglio finale. Inizialmente, per capirci, spingevo troppo per la fretta di vedere il risultato finale (mentre il segreto della precisione è sempre la pazienza) e la sezione tagliata (essendo io destra) tirava sempre verso sinistra. Basta focalizzare la propria attenzione su queste modalità per avvicinarsi il più possibile all’effetto finale desiderato.
4- il seghetto da traforo è staccabile e puó quindi essere utilizzato in modalità portatile, inoltre, nella valigetta che lo contiene, viene fornito come complemento una guida parallela che a me in questo caso non è servita.
Insomma, piano piano, a partire da pezzo di compensato, anche grazie al moto-saw che mi ha permesso di personalizzare la forma iniziale, è venuto fuori il cavallino di legno che conoscete già (se invece capitate qui per la prima volta lo trovate qui: tutorial parte 1 – tutorial parte 2).
Termino questo post kilometrico con un video rigorosamente “homemade” (tranne che per la musica del grande Fabio Morese che trovate qui) quindi siate clementi: avevo voglia di farvi vedere il moto-saw in azione e poi cosa chiama cosa, insomma alla fine di sperimentare non si finisce mai. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, se secondo voi è utile, se mancano delle cose che avreste voluto sapere, se… se… se…
Lasciate una traccia? Qui sotto, su facebook, sotto il video, via mail, come volete insomma, io terró presenti le vostre indicazioni. Per crescere un po’.
Ma che bellissimo arnese! io sono ferma al Black Decker di 30 anni fa, con mega lamoni ed impossibilità a fare tutte quelle belle curve che hai fatto tu! Bravissima e splendido cavallino. Muy besitos, ciaooo
e°*°
Fortissima questa macchinetta, utile per chi ama lavorare il legno, noi a casa abbiamo il seghetto con la lama sottilissima….era stato regalato a mio papà quando era piccolo per cui 50 e passa anni li ha tutti…lo farò vedere a mio papà,magari si modernizza! ;)
ciao e buona serata
ilaria
Molto interessante questo attrezzo, e sembra anche molto maneggevole!
Io ho sempre usato il seghetto alternativo con lame da traforo che applico a questo piano di lavoro: http://thumbs1.ebaystatic.com/m/m5X7LYr0hKqgOeOgu4KAkFA/140.jpg
Ci si lavora bene ma è un sacco ingombrante e impegnativo da montare!!!
Se lo trovo, mi sa proprio che me lo compro…
Ancora complimenti per le tue creazioni!!!
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