Questa intervista a Giuliano Marelli, il designer più apprezzato nel mondo del tricot e del crochet, è dedicata a noi. Che siamo cresciuti pensando che lavorare a maglia fosse prerogativa della nonna e che – intimiditi dai loro perfetti copriletto e dai loro centrini inamidati (vero Vendetta Uncinetta?) – abbiamo dovuto vincere il timore reverenziale di non saper essere bravi abbastanza prima di poter prendere in mano i ferri o l’uncinetto.

A noi che grazie a internet e al suo passaparola ci stiamo pian piano riappropriando di queste tecniche tradizionali provando a reinterpretarle con un gusto estetico attuale, e stiamo imparando ad usarle per protestare contro la guerra in Irak piuttosto che per l’abbandono mediatico (e non solo) delle zone terremotate.

Sì, perché Giuliano Marelli – che con la moglie Giusy lavora nel settore della maglieria da quarant’anni e collabora con le più importanti filature italiane da oltre 30 anni, che negli anni ’70 è stato responsabile del “Centro Orientamento Moda, negli anni ’80 Consulente di Pitti Immagine Filati, che è professore di Fashion e Fashion Design al Politecnico di Milano e da oltre trent’anni responsabile del Centro Stile di Grignasco – le ha un po’ viste tutte e ci può aiutare a guardare le cose dall’alto.
Mi fa sempre molto piacere iniziare le interviste ricordando quanto tecniche tradizionali come uncinetto e maglia siano sempre più spesso recuperate e reinterpretate come una forma d’arte, espressione di evoluzione sociale e culturale. Ricordo bene il coinvolgimento emotivo e la risonanza mediatica che aveva avuto la coperta realizzata per commemorare il terremoto dell’Aquila. Io stesso ho partecipato con piacere a un progetto di solidarietà il cui ricavato è andato all’associazione che si occupa della ricerca sulle morti in culla: abbiamo preparato un kit, distribuito nelle farmacie, composto da un piccolo gomitolo e dai ferri per consentire a tutte le mamme in attesa di lavorare a maglia un quadrato. Hanno aderito in migliaia e, grazie all’aiuto di tante future mamme, abbiamo cucito all’uncinetto la Coperta della buona nanna, lunga un chilometro.

Come si è passati dal copriletto della nonna o dai punti d’amore delle isole Aran, alle esperienze dei primi Knit cafè di New York, alle fantasmagoriche invasioni degli spazi metropolitani dell’Urban Knitting o alle azioni di guerrilla knitting? E’ solo internet che ha cambiato il lavoro a maglia?
Siamo stati i primi a portare i Knit Cafè in Italia nel 2009. Io e Giusy siamo stati i promotori degli incontri del venerdì alla Triennale di Milano a cui hanno partecipato fino a 100 persone contemporaneamente. L’iniziativa è durata tre anni e ha determinato una forte spinta alla diffusione del tricot e del crochet.

Vogliamo ribadire che il lavoro a maglia è stato appannaggio essenzialmente maschile fino a non molti secoli fa e sottolineare come questa passione anche oggi accomuni un popolo eterogeneo di signore mature, ragazzi e insospettabili manager? E’ vero che ci hanno fatto vedere il duro Mel Gibson e il gladiatore Russel Crowe sferruzzare, ma in Italia un uomo che lavora a maglia fa ancora scalpore…
In Italia, un uomo che lavora a maglia fa ancora sorridere perché è tuttora radicata una forte cultura del corredo che è appannaggio strettamente femminile. Molto differente è per esempio la situazione nei paesi anglosassoni dove, su 7 milioni di appassionati, ben 448 mila sono uomini. Non dimentichiamo infatti che, nell’Inghilterra elisabettiana, la corporazione dei magliai era costituita esclusivamente da uomini.

Hai ideato importanti opere enciclopediche ed editoriali disegnando oltre 400 capi unici all’anno per la stampa femminile e di settore in Italia e all’estero e disegni collezioni di maglieria industriale per griffe internazionali. Anche su Idee a Crochet – Progetti e scuola per creare all’uncinetto, la nuova collana di De Agostini in edicola in questo periodo dedicata a tutte le appassionate di uncinetto, troviamo una tua esclusiva coperta bouquet. Come è nata l’idea? La Coperta bouquet è nata da una notte insonne. A me piace molto il giardinaggio, mi piacciono molto i colori più vivaci della natura, e ho pensato che l’uncinetto fosse la tecnica più facile e migliore per interpretare un mondo di fiori. Di conseguenza ho immaginato il crochet come se fosse una pittura, dove i gomitoli sono gli acquerelli e l’uncinetto è il pennello. La Coperta bouquet è proprio il frutto di questa riflessione: la prima bozza di immagine è stata una macchia di ricerca del colore, come se in un prato io vedessi un’aiuola fiorita.
Nel lavorare a maglia tutto parte da un singolo filo che si intreccia con altri fino a formare un tessuto, fatto da fili diversi, riconoscibili o mescolati ad altri. Una metafora della società, ma anche di realtà più circoscritte, come i gruppi spontanei di appassionati, siano essi ritrovi di quartiere, realtà più organizzate a livello cittadino come Madama Knit (per restare a Torino) o nazionale come l’Ice Cream Team (qualcuno ha confessato di volersi fare adottare da te, hihihi). Qualche consiglio per loro, per tutti noi?
Il consiglio che mi sento di dare a tutti i creativi è continuare la ricerca e riscoprire e rivedere le tecniche antiche, reinventandole in chiave moderna. È importantissimo provare e riprovare fino a quando, dagli abbinamenti di tecniche e colori, non emerge un capolavoro. Le parole d’ordine devono essere ricerca e passione.
Nel salutare Giuliano e rimandarvi al mio articolo su LaStampa/mamme in cui lui ci consiglia quando e come iniziare i bambini all’esperienza del lavoro a maglia e dell’uncinetto, ringrazio oltre che la sua passione per il tricot che ha saputo allargare gli orizzonti di molti fra noi, anche la DeAgostini con il suo Idee a Crochet (non fatevi sfuggire l’offerta su uncinetto.deagostinipassion.it) per aver supportato l’idea di questa intervista con grande empatia.
Ricapitolando, vi lascio qualche link:
1 – Idee a Crochet – Progetti e scuola per creare all’uncinetto
2 – Tricot e crochet realizzati dai bambini: quando si comincia? I consigli di Giuliano Marelli su LaStampa/mamme
3 – Il racconto dell’incontro tra Giuliano e Vendetta Uncinetta su Vanity Fair
4 – Gli articoli dedicati all’uncinetto sul mio blog (anche se un po’ mi vergogno, come dire…)
5 – Il gruppo facebook dell’Ice Cream Team
6- La storia della maglia dalla Bibbia ai Knit cafè su IlSole24ore
P.S.: Se volete informazioni sui Corsi di uncinetto d’arte di Giuliano non contattate me, ma scrivetegli direttamente a giuliano@studiomarelli.it
Ma quanto è brava Paoletta mia, coi suoi post esaurienti e sempre ricchi d’ispirazione !!! Ti abbraccio forte !!!
Ciao, elenita°*°
Elenita… <3 <3 <3
Quanto ci piace il crochet. Grazie a te e che mi hai fatto conoscere il guru Marelli . Grazie a Giuliano per aver ridato vita al centrino della nonna.
Laura
Mi piacerebbe anche vederlo lavorare dal vivo, chissà che velocitàààà
Non lo avevo ancora letto, aspettando un momento di calma. Grazie Paola per questo bellissimo post! Lo sai che l’uncinetto l’ho preso in mano grazie a voi!!
[…] Mia mamma si era portata dietro i primi numeri di Idee a crochet così ho pensato di realizzare uno dei fiori della coperta di Giuliano Marelli, ma utilizzando del cotone da ricamo n°8 e un minuscolo uncinetto da […]