Sapete una cosa? Sono molto emozionata stasera, tanto che dovrei prepararmi il famigerato zainetto con macchina fotografica, iPhone per la diretta in streaming su Facebook, spillette #lapiùcreativaditutte, bottiglietta d’acqua e viveri di rinforzo per domani, e invece sono ancora qui, in felpa e pigiama, a scrivere sul blog. Dopo averlo aggiornato almeno due volte la settimana, settimana dopo settimana, per quasi 5 anni. Dopo averlo messo in pausa, da gennaio scorso, per qualche mese. Ed è come se fosse la prima volta.
Sarà forse il webinar sul blogging organizzato da Enrica Crivello, che mi ha in qualche modo spinta, nel preparare le slide, a ripercorrere a ritroso il sentiero seguito fino a qui, per poter raccontare ad altri il momento da ‘blogger in crisi’ che stavo vivendo. O forse i diversi sguardi ed entusiasmi che quella sera hanno saputo restituire ai partecipanti uno stato delle cose ricco di vissuti diversi e sfumature. O magari è per quelle fantastiche Love letters con cui Gioia Gottini ogni giorno ci rimanda in luna di miele con i nostri progetti, facendoci ricordare perché eravamo profondamente innamorate di loro.
O forse è, più semplicemente, perché mi sono data il tempo di fermarmi, di ascoltare ciò che volevo nel profondo. Sapete una cosa? Alla fine ho scelto la discriminazione: piano piano sto separando i semi buoni dai meno buoni, ed è dei primi che voglio prendermi cura.
Ricomincio dall’inizio, quindi, dal motivo per cui ho deciso di aggiungere Oltreverso “allo slalom a cui ci obbligano i mille impegni quotidiani: il desiderio di levare l’ancora mettendo nella stiva passione e meraviglia”. Prima di urlare, come Baudelaire, il mio Appareillon (prendiamo il largo), c’è un ultimo bagaglio che voglio portare con me. Le persone.
Quando ho cominciato a scrivere sul blog, in sordina, quasi di nascosto – sentendomi un po’ come Jane Austen che nascondeva le proprie composizioni sotto i lavori di ricamo – mia figlia aveva da poco compiuto due anni, e il mio sforzo più grande era quello di riuscire a ritrovare del tempo per me stessa, quello che non avevo più. Ritagliarmi un angolo tutto mio, una mezz’ora qua e là, mi sembrava già tutto, e avere piccoli progetti da seguire nutriva il mio estro e la mia immaginazione.
Di lì a poco la mia coda di lupo si è sprimacciata, le mani si sono rimesse in moto da sole, ho ripreso fiducia, ho lasciato che ad entrare fosse aria nuova, e sapete cosa è successo? Non ero solo più io con me stessa, ma c’era tutto un mondo creativo là fuori, bastava restare in ascolto.
I bellissimi blog di Elenita (Decor e bla bla bla) e di Anna Drai (Cafè creativo) che mi hanno iniziata alla blogosfera creativa sono diventati molti, ho cominciato a visitare fiere, mercatini, a iscrivermi a qualche workshop, a vedermi con delle amiche per creare insieme a loro, a partecipare a rendez vous preziosissimi come il Mammacheblog, a moltiplicare gli incontri, le amicizie, le esperienze inaspettate.
Dal 2013 sono poi iniziate le collaborazioni, ed esperienze bellissime come lo storytelling live della fiera di Abilmente dove ho conosciuto la mia buddy, Paola di We make a Pair.
E lì tutto è di nuovo cambiato. Condividendo, con lei, Gabriella di Hobbydonna e le due fate madrine di Manualmente (la fiera della manualità creativa di Torino) sogni e strategie, riflessioni sul panorama handmade in continua crescita ed esigenze formative, abbiamo dato vita alla prima edizione di Creativi in rete, una due giorni dedicata a web, network e creatività, che ha saputo unire persone belle che per i creativi fanno cose belle, ma che è stata soprattutto una grande lezione di sorellanza tra creative.
Accanto a noi, le prime ragazze del Torino Craft Collettive, che ormai conta più di 200 creative e che una volta la mese si incontra per condividere momenti creativi, chiacchiere e spiluccamenti vari nella meravigliosa sala di Portmanteau.
Non è un caso che Simona, una di loro, fosse oggi con me in fiera ad aiutarmi ad allestire lo spazio di La più creativa di tutte, il gioco di Creativi in rete per sostenere le creazioni di qualità che si terrà il 15 – 16 e 17 aprile a Manualmente. Credo sia un po’ il simbolo di come la rete ti sostenga, di come esista una vera e propria famiglia creativa, diffusa sul territorio forse, ma inquilina di una stessa casa: il web. Non ci si ama sempre, si litiga, ci si allea, si discute, ci si innamora, proprio come in una famiglia. Ma il cognome di tutti è Creatività.
Domani non vedo l’ora di cominciare questo gioco da fare insieme, e che ci vedrà anche sperimentare due momenti di diretta in streaming. Sono terrorizzata, ma felice, perché so che avrò accanto persone speciali, come Rita di Faccio e Disfo, Valentina di Mami Chips & Crafts e Simona de Il Pampano, per non parlare di Erika, Monica, Angelo, Emma, Monica, Luisa, e molti altri. Conoscerò anche Claudia, Paola mi spalleggerà da lontano, nonostante sia immersa nella giostra ancor più rutilante del Salone del mobile di Milano. Dove mi porterà questa nuova strada, non lo so, ma alla fine, quel che conta, è che mi sono ascoltata. Mi sono permessa il cambiamento e sono uscita dalla mia comfort zone. Partite con me? O come direbbe Beaudelaire: Il est temps! Levons l’ancre! Ce pays nous ennuie, (…) Appareillons!
[…] inaspettate, leggete il post su Creativi in rete. Per quel che riguarda me, come vi ho detto nell’ultimo post, dopo 5 anni di blog, ricomincio […]