Ci sono creazioni handmade che molto hanno a che fare con gli esercizi di stile. Lo sappiamo bene ogni volta che ritornano Natale o Pasqua, e noi ci troviamo a dover trovare un nuovo modo di decorare o realizzare uova e abeti.
O quando decidiamo di cimentarci in giochi puramente estetici, come la decorazione di lettere in legno o cartone o di intere scritte, seguendo progetti e ispirazioni del momento.
La cosa si complica – ve lo posso assicurare – quando durante un Anteprima Tour ci regalano l’iniziale del nostro nome, stuzzicando corde profonde, che intrecciano la nostra vena creativa con il desiderio di dar vita a qualcosa che ci rappresenti, che parli di noi, qui e ora.
Facile lasciarsi prendere dall’entusiasmo, come è successo a me quando ho trovato la P sulla goodie bag di Zodio, ma ancor di più andare in panic mode cercando la propria versione ideale.
Ormai mi conoscete, qualcosa di strano doveva pur uscire, no? Avuta l’idea, l’ho inseguita fin nel laboratorio estivo del nonno e, armata di seghetto (quello di mia figlia, eh!), di raspa e di Dremelino, ho ritagliato sulla mia P una bella scala: è proprio lì che spesso mi sembra di stare. Succede anche a voi?
Poiché molto nasce anche dal caso, avendo il pennello sporco del primer e dei colori usati per decorare le mensole a casetta, ho dato una mano anche alla mia letteronza, ma senza avere ancora bene in mente l’esito finale della decorazione.
Con due viola e pennello mi sono poi divertita a dipingere il cielo notturno, e con un vecchio spazzolino da denti e del bianco ho creato le stelle. Ad asciugatura completata ho creato la luna e delle stelle in rilievo usando un colore che cattura la luce (rubato a mia figlia, ovviamente! Dopo un po’, con uno stuzzicadenti, ho inciso i crateri lunari.
Rimaneva un problema tecnico già previsto in fase di progettazione: la sagomatura della scala aveva sbilanciato, infatti, la P che non poteva più stare in piedi a causa del peso della sua pancia.
Subito avevo pensato di appesantire la base con qualcosa o di avvitarla ad un rametto, e tutti mi consigliavano di fare un gatto. Ve lo devo confessare: l’idea mi piaceva molto, ma mi rappresentava poco. Adoro i gatti, ne ho anche avuto uno, d’estate mi occupo di quelli delle mie amiche, ma non mi sento gatto, ecco! L’ho detto… ( e avrò meno like su Facebook per questo hihihi).
Con il das ho allora modellato una piccola lumachina su cui ho fissato un guscio di chiocciola vuoto trovato nel bosco (per sapere come e perché l’ho fatto andate qui).
Ho poi chiesto al mio papà di stagnarmi 4 pezzi di filo elettrico, due con la guaina esterna, due senza.
Et voilà! È nata così la mia lumaconza….
… che immagino con un guscio carico di materiali da riciclare e di infiniti abbinamenti di colore. Bianca come un foglio bianco.
La mia P l’aspettava, per andare insieme passetti, passetti, passetti verso la luna e le stelle…
Tutti noi vi aspettiamo a ! Non importa come ci arriverete, ma siateci!
Ciao Paola . Ma quanto hai lavorato !!! Bella però la tua P , mi piace la tinta che cattura la luce, quando la trovo , sarà mia. Anche la chiocciola è bellissima : è vero , ci sentiamo lumachine , ma arriviamo ovunque…
Un grande bacio.
Laura
Laura, la penna che cattura la luce lo fa meno del previsto, ma comunque il risultato finale rende, perché è traslucida e un po’ glitterata. La trovi nei negozi per bambini (come noi, hihihi). Un beso :D
Ciao ! Proprio ieri ho visto delle lettere bianche dai cinesi …vorrei fare il nome del futuro bebè in vista dei decori per la nascita,mi consigli un modo facile per decorarle? Con le tempere soltanto andrebbe bene ?? Ti ringrazio e complimenti per i bei lavori !