Gli anni che passano, per noi creative, sono in qualche modo scanditi dalla fiere stagionali. Siamo sempre pronte a lasciarci appassionare e incuriosire, anche a criticare, ma alla fine torniamo immancabilmente, per lo più armate di borse, zaini e trolley. Come cavallette.
Il cicaleccio era alto anche all’edizione di Manualmente – Rassegna della manualità creativa di quest’anno, che io ho visitato in due occasioni: la prima come mamma, approfittando della promozione del giovedì pomeriggio che vedeva entrare gratuitamente bambini e accompagnatori. La seconda con le amiche, per godermi un po’ il salone.

Ecco il vero coup de foudre di noi tutte, grandi e piccine: l’allestimento di Daniela Cerri per DMC. Un Gipsy caravan curato in ogni particolare, che ha saputo nutrire il nostro immaginario, punto di forza di uno stand ricco di granny patch cui hanno contribuito tutte le partecipanti al contest “Ghirlandiamo il mio Gipsy Caravan”.

Una ghirlanda di buonumore che verrà devoluta in beneficenza ai reparti di terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Ma quanto sono state brave tutte coloro che hanno partecipato?

I bellissimi gioielli di Luisa De Santi li posso solo citare (non si poteva fotografare), mentre ampio spazio (anche se meno dello scorso anno) era dedicato a cake design e sugar art, con la novità – per Torino – del Visual Food di Rita Loccisano.

Il trucco sembra essere saper coniugare cibo e design, lasciando inalterate le proprietà e proponendo composizioni artistiche e giocose praticabili da chiunque.

Il resto del salone potete abbastanza immaginarvelo (dovete farlo, perchè era pieno di NO FOTO NO DISEGNI!): tra cucito creativo, crochet, knitt, quilt, home decor, ricamo, bijoux, scrapbooking, stamping, cake and food design e cartonaggio erano presenti molti dei maggiori produttori e distributori del settore, e realtà più piccole del territorio.
Novità? Per me la pasta modellabile (Foam Clay) che hanno fatto usare ad Annina presso lo stand dedicato ai laboratori per bambini di Elena Fisanotti: pare sia stata presentata di recente a Parigi e Francoforte e a noi è subito piaciuta moltissimo! E’ granulosa, non si appiccica alle mani, ma aderisce con facilità a molte superfici, permette di fare formire e stampini, ma anche di rivestire legno, vetro o mdf (etc). Asciuga all’aria. Se vi dico anche che ci sono sia colori fluo che naturali, poi pensate che mi stiano pagando, ma vi assicuro, non è vero!
Come mio solito, non ho saputo resistere alla tentazione di un attrezzo nuovo. Una sorta di tricottino per filo metallico che è ottimo perchè si lavora intorno ad un tubo che evita che il lavoro si deformi e un metro di filo alla volta, per evitare che si spezzi o snervi. Devo ancora provarlo, ma vi dirò. Intanto potete curiosare nel video qui sopra.

Molti i laboratori, felici le mani in movimento, come sempre ce ne sono a Manualmente. Io vi segnalo la rivisitazione della tradizionale tecnica di rug hooking proposta da La Pecora Cardata. L’effetto finale è veramente interessante e a me ha fatto venire voglia di riprendere in mano la lana cardata, ma non è stato l’unico revival di quest’anno. Con piacere abbiamo visto tirar fuori dal cilindro un ago antico come quello del chiacchierino (alternativo alla navetta), o il silk ribbon piuttosto del ricamo a bandiera.
Tra gli origami dell’infaticabile Amerigo Di Meo, la calligrafia, i corsi di shabby e decorazione del legno, di calligrafia e pittura zen, la creta e la passione de la Bottega dei Mestieri di Torino, c’era anche il concorso C’era una volta in memoria di Lalla Abrate. Tra i molti cappuccetti rossi anche la bellissima Alice nel paese delle meraviglie di Lisa di Piccole Cose (che finalmente ho conosciuto!).

La mia piccola Anna l’ha votata e voi? Chiudo con un augurio, per il Manualmente che verrà: regalateci orizzonti nuovi, sapremo apprezzare.
O Paola, ti ho invitato da Doria per parlarci della fiera poi ti sono venuta a trovare.Bellissime le granny,grazie e brave a chi a contribuito.
Il cibo lo salto a piè pari, le paste modellabili , il disegno ed io non andiamo daccordo:sono negata, non so fare una linea dritta nemmeno con la riga.I tedeschi non hanno inventato nulla: quel “tricottino”è di origine norvegese, lo usavano i vichinghi già 1000 anni addietro per farne gioielli e sul web gira da anni.Grazie del tuo resoconto , se anche gli espositori fossero un po’ più aperti, far vedere, fare foto, condividere,le novità girerebbero più in fretta e a mio parere venderebbero di più invece di tenere chiuso tutto dentro 4 muri ed essere gelosi dell’invenzione dell’acqua calda…
Perdona il lungo commento.Sei forte e vulcanica.
Laura
Come darti torto Laura? Questi saloni sono troppo spesso un déjà-vu. Il gipsy caravan è stato un bell’apostrofo rosa che mi terró stretta.
Oh ecco grazie Paola, cercavo proprio un post da leggere per sapere come è andata.
Sai perché le fiere sembrano tutte un po’ uguali? Perché vediamo già tutto prima in rete. Ogni giorno siamo alla ricerca di novità e ne vediamo sul web di tutti i colori e da tutto il mondo. Come possono sorprenderci?
La discussione è aperta (ecco sì, magari ci scrivo un post) ;)
Hai davvero ragione Doria! I nostri immaginari sono saturi e sovraesposti. Certo che, magari, metterci qualche stampante 3D o cose così, credo avrebbe suscitato non poco interesse. Comunque anche fare la cavalletta una volta l’anno con le amiche ha il suo perchè.
Aspettavo il tuo resoconto, visto che domani sarò in fiera a Bergamo. Quindi la macchina fotografica non la porto, mi faccio bastare il telefono, dovrebbe esserci quella meraviglia del gipsy caravan, non vedo l’ora! E comunque a me il tricottino metallico mancava. Pensando a quanto dicono Doria e Laura l’impressione di déjà-vu l’ho avuta anche comprando delle riviste la settimana scorsa, sono rimasta delusa nel trovare tutto quello che avevo già letto e visto i rete, nulla di nuovo…
Ha ragione Laura, è difficile che si inventi qualcosa di nuovo, ma hai ragione anche tu, ci sono cicli storici e a me il chiacchierino e il tricottino vichingo mancavano. Anche l’archetto a caldo per tagliare il polistirolo che a me aveva tanto colpito alla fiera di Parigi, ad esempio, negli anni settanta spopolava. Il bello è che non mancano mai capitoli nuovi da aprire quando si parla di creatività. Uno sguardo sul contemporaneo, peró, non guasta. La cosa che secondo me manca di più peró è proprio la proposta di qualcosa che – indipendentemente dalla tecnica – sappia colpire e nutrire l’immaginario. Per dire, il Gipsy Caravan non partiva mica da un nuovo ritrovato della scienza e della tecnica…. Forse per realizzare cose così ci vogliono semplicemente più soldi, che in questo momento storico mancano ovunque. O no?
YAY…is all I can say. WHO WANTS TO DRINK SODA that's &qaou;unletded"….not me.It bugged the crap out of me to go to the games and NOT be able to buy a REAL diet coke…REAL
Paola! Finalmente ci siamo conosciute di persona, sei troppo simpatica, proprio come lo sei in questo pazzo mondo “virtuale”. Anch’io, a parte il meraviglioso Gipsy Caravan, non ho trovato niente di nuovo e particolarmente interessante rispetto agli anni passati…tristezza…mi aspettavo molto di più!
Grazie per aver citato la mia Alice e alla tua Annina per averla votata!!!
Un abbraccio,
Lisa
Lisa, la tua Alice era bellissima. Originale l’idea, l’esecuzione perfetta, come in tutte le tue Piccole Cose…. Un abbraccio anche a te!
Dalle fiere non ci si aspetta l’invenzione del secolo, ma come dici tu Paola, la proposta nuova con tecniche anche obsolete. Si è piacevole fare le cavallette con le amiche .La cosa che disturba degli espositori è quella fretta di servirti o riprenderti se fai foto e farti sentire in colpa come i bimbi con le dita nella marmellata.Faccio mercatini e so cosa vuol dire avere a che fare con il pubblico. Dato che il web è sempre più avanti, ma non tutte hanno modo di usarlo,se
cominciassero a fare pubblicità ,mesi prima della fiera, ai loro prodotti e a quello che si vedrà,creare l’attesa, la voglia, le persone andrebbero con più curiosità: ne è l’esempio il caravan di granny.
D’ altra parte se a Hollywood fanno i remake per mancanza di sceneggiature nuove,chi siamo noi per chiedere le novità? Mami aspettiamo il tuo resoconto da Bergamo.
Ciao bimbe.
Laura
i lavori che vengono presentati nelle fiere non saranno delle invenzioni, ma i lavori creati con le nostre mani, sì.
Oh ma certo Cinzia, tra l’altro (non vorrei essere stata fraintesa) ho apprezzato moltissimo molti dei lavori visti in fiera. Ci sono mani abilissime in circolazione, capaci di presentare prodotti handmade di altissima qualità. Quello che mi è mancato, ma che manca in quasi tutte le fiere di settore, è proprio un orizzonte nuovo.