Non mi era bastata la capAnna, figuriamoci la bird house costruita con mia figlia! Tutte quelle casette di legno viste su Pinterest e dintorni hanno scavato dentro di me goccia dopo goccia un bisogno irresistibile di costruirne almeno una da tenere in casa: mi capite?
L’illuminazione è arrivata l’ultima volta che sono stata da Zodio con Paola e Gabriella, dopo la riunione fatta per Creativi in rete e l’avventura dell’Atelier di cucina alla Masterchef.

In preda ad un attacco di shopping compulsivo ho scoperto un tris di mensole a casetta in legno di grandezza decrescente già pronto per essere decorato. Potevo mica lasciarmi sfuggire l’occasione?
Tra i progetti dell’estate c’era infatti la sistemazione di un angolo della cameretta di mia figlia, per cui sembravano essere state disegnate apposta. (Per dirvela tutta ho acquistato anche tre mini bird house di cartone grezzo – ehm ehm, solo per restare in tema – ma questa è un’altra storia!).
Fin da subito ho cominciato a immaginare le decorazioni possibili. Volevo che fossero utilizzabili da Anna (che ha 6 anni) anche per giocare, lavabili, evocative, che portassero con sè un pezzo di storia familiare e che tra di loro ci fosse un filo conduttore.
Subito mi è venuto in mente di coinvolgere anche mia mamma e mia figlia, assegnando ad ognuna di noi una casetta da decorare, ciascuna secondo le proprie abilità e il proprio stile. L’idea di un gioco intergenerazionale mi piaceva molto, ma per motivi vari l’idea non è andata in porto e in corsa è rimasta solo la sottoscritta. Come procedere?
Da Zodio erano davvero tanti gli spunti decorativi, sia per i materiali a disposizione – dal primer alle stoffe, dai glitter alle vernici speciali con la cera per un effetto shabby shic – sia per le proposte in esposizione, realizzate dalle due étalagiste che sanno sempre colpire il mio immaginario con soluzioni originali. Non riuscivo a decidermi, però.
Alla fine, per non fare la fine dell’asino di Buridano, ho cominciato a lavorare dando una scartavetrata leggera (ottimale se si desidera una finitura più rustica, se no conviene perderci del tempo) e una prima e una seconda mano di primer (con scartavetrata in mezzo). Il motore creativo si è acceso (a volte basta poco a far passar la paura) e ho colorato gli interni di bianco e le mura esterne rispettivamente di viola, giallo e rosa.
Ho poi scelto di découpare i tetti con delle stoffine (mi sono trattenuta a stento da Zodio perchè ce n’erano di bellissime) utilizzando una gonna di Annina che si era strappata e che avevamo tenuto da parte per un’occasione così, una tovaglietta da cucina in disuso e una stoffina che molte di voi riconosceranno (vero Elenita?).
In questo caso ho dovuto ricarteggiare un po’ i due spioventi (ad aver avuto le idee più chiare fin dall’inizio me la sarei risparmiata), spalmare di vinavil il tetto e il rovescio della stoffa non ancora tagliata. Dopo aver posizionato il tutto ho spalmato uno strato di colla vinilica anche sul dritto della stoffa.
Ad asciugatura ultimata, ho messo la casetta a testa in giù e ho ritagliato la stoffa lungo i bordi, ripassandoli poi con un po’ di vinavil per evitare sfrangiature.
Restava il problema di come decorare gli interni bianchi, che desideravo evocativi per il gioco di mia figlia, omogenei tra loro, belli da vedere: ho abbandonato l’idea di disegnarvi qualcosa io stessa per l’impaccio dell’incassatura che mi avrebbe creato non poche difficoltà.
Alla fine mi sono venuti in mente gli sticker di mia figlia, e ci ho giocato un po’ mischiandoli e sovrapponendoli gli uni agli altri.
Ne sono venuti fuori dei microcosmi dove avrei voglia di entrare per continuare a sognare. Come in una delle casette di Nina.
Per rendere il tutto a prova di bimbo – tanto lo so che Anna ci vorrà giocare e che io non saprò negarglielo – ho passato una vernice protettiva finale sia sulla stoffa dei tetti che sul resto della casetta.
Dentro e fuori, anche sugli sticker (il risultato varia a seconda del prodotto che usate. Fate una prova prima, anche per assicurarvi che gli adesivi non si rovinino. Io ho usato del ceramicante trasparente a base d’acqua), in modo da fissarli definitivamente alla casetta.
Avrei voluto raccontarvi che la prima si chiama Astrid, e che è una sarta di draghi e draghesse (un lavoro molto pericoloso, eh, non crediate, sono clienti molto esigenti), che Matilde adora dondolarsi sui rami ogni mattina prima di andare al lavoro per comporre poesie, e che Flora ha un allevamento di libellule e lucciole viaggiatrici, ma tutto è già cambiato. Credo che il bello dei giochi sia proprio questo, no? E voi quale preferite? Che vite immaginate per loro?
Insieme a Maison Zodio, nostro main sponsor, e a Paola e Gabriella, mie compagne di avventura, vi aspetto allora a Manualmente per Creativi in rete, eh, non ve lo dimenticate! Stay tuned!
Sono un piccolo sogno, sono bellissime, soprattutto perchè racchiudono momenti e parti di voi, che meraviglia!
Grazie Vale, tu si che sai cosa vale… :D
Bellissimo tutorial e complimenti per la creatività ed i piccoli “mondi” che hai creato
Sai Gabriella, mia figlia ne ha già inventati tanti, uno più bello dell’altro…
Che sogno… sono super fantasy come piace a me xxxx
Grazie Fabiana!
Ohhhhhhh, finalmente vedo questo post sul largo schermo ed apprezzo ancora di più le tue meraviglie! Hai fatto davvero un’ottima interpretazione …belli i colori, l’armonia degli stickers e …tutto il racconto :))) Smuacchi !!!
Sempre troppo buona, ma stavolta sono proprio soddisfatta. Nella camerata di Anna sono proprio uno spettacolo…
[…] molto nasce anche dal caso, avendo il pennello sporco del primer e dei colori usati per decorare le mensole a casetta, ho dato una mano anche alla mia letteronza, ma senza avere ancora bene in mente l’esito […]
ciao bravissima prima di tutto…volevo farle anch io ma ti chiedo dove le hai acquistate???
Gianni, da Zodio!!!!!!!!!!