Il cerchio: simbolo universale, che fino a prima di Natale rappresentava pressocchè tutto. Accanto a segni piccoli e grandi, leggeri o frutto di slanci creativi più irruenti e calcati, diventava in un attimo mamma o papà, piuttosto che coccodrillo o mucca Mumù. Bastavano due puntini come occhi, uno come naso e una riga come bocca.
Sapevamo che questo periodo ‘pre-rupestre’, in cui ogni cosa nel mondo trova la propria rappresentazione in scarabocchi che cominciano a essere sempre meno casuali, sarebbe durata un niente.
Il tempo di distrarsi un attimo e di sentir dire “Quetta (s)ono io! Quetto nonno, nonna, quetta il cane…” un piccolo salto cognitivo e Oplà…! Con i tre anni sono inaspettatamente comparse braccia, gambe, pupi(ll)e, corna e mammelle.
Ecco allora che un oggetto come questo, ricavato da un semplice rettangolo in feltro decorato cucendovi sopra uno dei primi disegni del piccolo pittore di casa (vecchi lenzuoli o fazzoletti di stoffa andranno benissimo), può diventare prezioso viatico per gli anni e le opere che verranno.
Intanto noi adulti proviamo a chiudere gli occhi e a tornare indietro nel tempo: dalla naturale intensità dei loro gesti possiamo reimparare a disegnare…