L’uncinetto è così. Ti segue ovunque vai, facendo capolino dalla tua borsa nei momenti più impensati, legato a filo doppio con il suo gomitolo e con il bisogno di silenzio e di ritmo che hai. Ecco perchè mentre tutti ancora dormivano, dopo la prima giornata e nottata di festival, si è aggrappato ai miei pensieri, all’aria fresca del mattino, alla bruma che piano piano si diradava dalla campagna intorno al cascinale, e mi è saltato in mano.
Subito ho cominciato a inanellare catenelle e maglie basse come se piovesse, senza altro scopo che rimandare l’infinita lista delle cose da fare a dopo colazione.
Il mio tappo di sughero – quello che uso per puntare uncinetto, ago e forbicine – mi ha poi seguita anche al mare, complice il tempo ventoso che spesso smuoveva il cielo e metteva a dura prova il desiderio di fare il bagno.
Solo dopo aver ritrovato un ritmo più quieto ho deciso di affrontare uno schema. Mia mamma si era portata dietro i primi numeri di Idee a crochet così ho pensato di realizzare uno dei fiori della coperta di Giuliano Marelli, ma utilizzando del cotone da ricamo n°8 e un minuscolo uncinetto da 1.00.
Li ho poi rifiniti entrambi sul retro applicando un minifiorellino di 4 petali (maglia bassa, maglia alta, maglia bassa), in modo che la cucitura non si vedesse e fossero interessanti da entrambi i lati. Un vecchio trucchetto per il double face.
Dietro al collo mi sono divertita a creare un motivo con le foglioline, mentre la lunghezza l’ho variamente articolata in modo asimmetrico: per tre quarti ho ripercorso la catenella (già con qualche fogliolina) a ritroso, riempiendo con maglie basse e altre foglioline. Dal primo fiore in poi, ho cominciato tre singoli fili di catenelle con foglioline.
Intanto la nonna crochettava vestiti nuovi per le Barbie scovate in soffitta dalla nanetta (Sob! E’ arrivato il fatidico momento, anche se sembra che non siano più molto di moda. Ma le vostre figlie cosa usano? Quasi quasi ordino una Lammily).
Prima di lasciarvi vi segnalo, per chi fosse già da quelle parti, l’ultimo dei WeeKenDoIt organizzati da Vendetta Uncinetta in quel di Ancona.
Oltre alla mostra di Alessandra Roveda, domenica 27 luglio ci sarà anche il workshop di Crochet Amigurumi con la zia Inuccia. Se ci andrete vi invidierò moltissimo, sappiatelo…
Chiudo, infine, con una boccata d’aria fresca: se anche voi mangiate talvolta fili a colazione pranzo e cena, o almeno lo vorreste, non perdetevi il video (meravigliosooooo!) delle Babbionz. Per chi volesse curiosare, invece, i miei primi timidi tentativi di uncinettatrice folle sono qui. Stay tuned!!!
bella con lo scamiciato alla Julie Arkell!!! Tu spieghi e spieghi, ma il crochet per me resta arabo… abbracci
C’era un ventoooo… ma a me il mare non dispiace mai, anche se ho imparato ad amarlo solo con gli anni. Mi perdo nelle sue luci che continuamente cambiano e inevitabilmente mi ammaliano! E comunque non credere, è arabo anche per me, ma mi diverto già a variare sull’alfabeto!
Io volo molto basso con l’uncinetto, ma non m’importa :mi piace e non devo rendere conto a nessuno. Conosco i miei limiti.
Però…quanto è bello il freeform? Volute,colori,luce…non ce la farò mai.
Bella la collana.
Laura
Hai ragione Laura il freeform sta diventando il mio mantra preferito…
Ma che genialata è il tuo kit da uncinetto da spiaggia, io mi porto sempre dietro un sacco di cose e non concludo mai niente, inizio una serie di lavori semplici-semplici perfetti per la spiaggia e li lascio immancabilmente incompiuti …per l’anno successivo!! Buone vacanze.
Guarda, il turacciolo è un maipiùsenza. Ho tutto con me, in qualsiasi occasione e niente mi punge più o si impiglia più quando metto le mai in borsa. Te lo consiglio davvero!