Oggi vi racconto una storia, vera, nostra. Cominciava ogni mattina di luglio, con mia figlia cinquenne che si avvolgeva nel pile rosa e salutava la nonna: “Ciao, tu aspettami, non ti preoccupare. Io accompagno la mamma al lavoro!”

Eh lo so, il pile in estate sembra un errore di battitura, ma eravamo in montagna e io andavo a lavorare con il mio portatile sotto il braccio dai vicini di casa, in una cucina con il pavimento di legno, che scricchiola sotto i piedi e ti ripara dall’umido.
Mia figlia aveva deciso di accompagnarmi ogni mattina e di tornare a casa da sola, per poi ricomparire alle 10 reggendo un piccolo vassoio: c’erano sempre un caffè, un fiorellino per la mamma o un piccolo mazzolino, della frutta o qualche biscotto. Sbocconcellavamo qualcosa insieme sedute su quegli antichi scalini di pietra, godendoci il primo sole sulla pelle, poi ripartiva.
Era un momento tutto nostro, che conservo tra i ricordi più preziosi, ma ricordo che quello che più mi colpì, oltre a quel suo spirito di indipendenza, fu la sua determinazione.
Non c’erano giochi o condizioni atmosferiche che la facessero desistere dal suo proposito. Anche con la pioggia si infilava i suoi stivali e partiva, per prendersi cura di me come aveva deciso di fare.
A questa sua dedizione pensavo quando, prima di Pasqua, in un momento davvero molto impegnativo lavorativamente, in cui al tran tran quotidiano di casa/mamma/lavoro/blog si era aggiunto l’impegno di un corso, mi ritrovavo a fare panda a crochet by night o nei luoghi più impensati. Le avevo promesso una famiglia di panda fatti all’uncinetto e volevo riuscirci, imparando da lei.

Avete seguito forse un po’ sui social le vicissitudini, e lo sapevate: ce l’ho fatta, anche se in zona Cesarini. Come ci sono riuscita, avendo solo un pattern a disposizione?

Vi lascio qualche indicazione tecnica. Per il papà e la piccola Bambù ho seguito le indicazioni del pattern gratuito di Ilaria alla lettera, usando per la cucciola un filato spesso la metà. Per vestire lei ho tagliato un calzino da lattante e mi sono divertita a rifinirlo: un po’ di punto festone per i bordi, qualche catenella all’uncinetto per le bretelline. Tagliando a spirale la punta del calzino ho invece realizzato una bella sciarpa per il papà.
Avrei voluto realizzare la mamma (che avete già visto qui) di una misura intermedia, ma poi lavorando di fretta ho applicato le riduzioni solo alla testa: nel complesso la mia Mamù è rimasta lievemente sproporzionata, col culotto un po’ grosso per capirci (forse perchè mi somiglia), e con gli occhi forse un po’ troppo grandi. Vi consiglio, nel caso, di applicare le riduzioni anche nel corpo e di fare un giro in meno sui tondini neri. Questa, nello specifico, la variazione allo schema che ho usato per la testa: ho sostituito i giri 10-21 con 7 giri da 54 maglie basse.
Prima di lasciarvi vi segnalo un’intervista di cui sono onorata, quella su Mammacheblog (oggi sono proprio lììììì) e vi auguro con tutto il cuore…
… buona festa della mamma amiche creative: ricordiamoci l’un l’altra che dai bambini abbiamo sempre tantissimo da imparare….