Il Parchment Craft – o arte del pergamano – parte da un semplice foglio di carta pergamena per arrivare, attraverso tecniche di embossing (effetto rilievo), stippling (perforazione ad ago), perforazione con fustelle, taglio e cross knife (tagli a crocetta) alla creazione di composizioni o di più semplici bordure e dettagli dal caratteristico ‘effetto pizzo‘.
Lo dico per chi ancora non lo conoscesse, perchè non è molto diffuso, almeno qui dalle nostre parti. Al Salone di Parigi lo avevo intravisto in uno degli stand, riconoscendone in un angolo gli attrezzi (ma solo per averli visti usare da Sara!): poichè non c’erano in esposizione delle realizzazioni che potessero solleticare in modo particolare la mia acquolina, la mia attenzione era stata subito catturata da altro.
Nemmeno a Creattiva ho trovato qualcosa in proposito. Insomma: non fosse stato per Gabi, che ha scelto di regalarmi uno start kit per il compleanno, io (che da bambina sognavo di vestirmi da Zorro) e il pergamano (tutto trine e merletti) forse non ci saremmo mai incontrati.
Dopotutto le amiche servono anche a questo, no? A farti esplorare altri oltre-versi possibili…
La cosa divertente, non sapendo nulla di pergamena art, è stata improvvisare tecniche e possibilità. Dopo aver capito che con i pennini da embossing il grigio della carta si trasformava in un bel bianco, e che l’elasticità della pergamena permetteva di creare rilievi chiari e ben visibili, mi sembrava, però, di essere al punto di partenza: cosa disegnare?
Avevo lo spirografo ancora sulla scrivania (dopo averlo usato qui) quando ho pensato di affidarmi a lui per comporre sul pergamano una sorta di mandala. Bhe, insomma, non tutto il disordine vien per nuocere, no? Tutto comunque non è così semplice come sembra, perchè lo spirografo ha bisogno di una superficie d’appoggio rigida per funzionare, mentre il pergamano viene ‘disegnato’ solo se appoggiato su un morbido tappetino da embossing, ma un po’ di scotch e tanta concentrazione hanno risolto l’impasse.
Il resto è venuto da sè, fino alla realizzazione del primo rosone. E poi del secondo mandala, usato per la ruota posteriore, nella composizione di questa bici un po’ retrò.
Tutto così casuale e istintivo, tutto così ‘giocato’, che devo affidare il racconto di questo mio primo esperimento di pergamano alle foto giallastre scattate con il cellulare (ad eccezione di questa scattata da Cavaho): mai più pensavo che il risultato del lavoro fatto rendesse alla fine così tanto da poterlo pubblicare sul blog!
Ottenuti i due rosoni come fissarli al cartoncino? Non avendo avuto la pazienza di accendere il computer per fare qualche ricerca o di aspettare l’acquisto dell’apposita colla, ho optato impulsivamente per una soluzione legata ai miei ricordi di infanzia: il cucito su cartoncino, seguendo la traccia di perforazioni effettuate in precedenza.
Soluzione credo bislacca, per gli amanti del genere, ma funzionale allo scopo e decorativa, rispetto all’esigenza di tracciare in qualche modo il copertone della ruota. Per la struttura ho utilizzato un colore pop up perlato, per i punti centrali due vecchie rondelle rubate nel laboratorio di papà e due semiperle per scrapbooking acquistate al salone.
Due pezzettini di washi tape con i cuoricini, una bambina ritagliata dalla confezione regalo di una nota marca di abbigliamento per bambini, qualche timbrino di Topolino trafugato alla mia piccola Anna et voilà: il certificato di ciclista senza mani è pronto per essere consegnato alla mia nanetta, anche se dal basso dei suoi 4 anni appena compiuti forse è un po’ presto per farla concorrere al merito. Chi vivrà vedrà….
P.S.: E voi? Cosa ne dite di questo pergamano? Lo avete già usato? Datemi qualche consiglio!!!!!
Questa tecnica mi è del tutto nuova! L’idea di usare questi rosoni candidi per una scenetta che sa di cartoon è meravigliosa!!!
Ma è bellissimo, complimenti! non avevo mai visto una tecnica simile!
Grazie ragazze! Il vostro entusiasmo mi incoraggia! Ma quante cose dobbiamo ancora imparare, imparare, imparare…yuk! Viene più voglia di alzarsi al mattino!
tu sì che sai come stupirmi… mi son bevuta la spiegazione e mi son mangiata le foto, briciole comprese. MERAVIGLIA!!! Perdindirindina, un’altra tecnica sconosciuta e altri materiali da cercare/comprare… :)
Risultato meraviglioso, davvero una resa superlativa. MI ricorda tanto lo Spirograph, che era il mio gioco preferito da piccola. Bellissimo davvero!!! Un abbraccio, ciaooo
e°*°
Ciao arrivo dal blog di Rosa Kreattiva. Questa tecnica io l’ho imparata circa 10 anni fa. Ma usavo solo disegni come base e attrezzi con un numero diverso di aghi e sistemati in diverse forme (a fiore, a cuore,) per embossare invece un sorta di bulino a punta arrotondata o bulino sferici di misure diverse. E’ una tecnica che da’ dei “prodotti” meravigliosi anche se richiede molto tempo. Ho un solo lavoro fotografato. Lo trovi qui: http://lalberodiamberle.blogspot.it/2011/09/tarjeteria.html ciao!