Pasquetta di mille anni fa: casa di amici dei miei, pranzo in giardino, vicino al frutteto. Io e mio fratello già in giro, rapiti dai giochi coi cani. Mia madre ci chiama, e a noi basta uno sguardo per capire: in tavola c’è qualcosa di nuovo. Curiosi, ci avviciniamo, seguendo l’accento della sua meraviglia.
Neti, la cognata dei nostri amici, ha appena portato un vassoio di uova colorate, decorate con l’impronta di un fiore, un rametto, una foglia: “Da noi si usa così!” ci spiega. E poi ci insegna come giocare: ognuno impugna un ovetto e poi a turno si batte la sua punta contro quella di un altro. Vince chi rimane con l’uovo intatto, agli altri la consolazione di poterlo mangiare.
Da quel giorno la tradizione polacca è diventata anche nostra. Un po’ persa crescendo, ha vinto infine la nostra pigrizia grazie alla piccola Anna. Il risultato che vedete in foto non è proprio quello che stavamo cercando. E’ una prima prova, nata da ricordi bambini. Voi potete fare di meglio, però, grazie ai consigli di Nina e Neti cui ho telefonato subito dopo in cerca di aiuto e di indicazioni più precise.
ECCO COME FARE Scegliete, osservandone i contorni, delle piccole foglioline di cui vi piace la forma (sono particolarmente adatte quelle di prezzemolo) o dei fiori dalla mezza corolla movimentata (schiacciati sull’uovo lasceranno solo metà impronta); oppure ritagliate da foglie più grandi la forma che più preferite. Appoggiatela sull’uovo studiandone bene la posizione (meglio di noi, su…), poi rivestite il guscio con un pezzo di collant in modo che rimanga ferma. Chiudete la calza con del filo per cucire.
Mettete nel pentolino in cui rassoderete le uova dell’acqua fredda e delle foglie di spinaci (per il verde), della barbabietola (per il rosso) o della curcuma (per il giallo). Noi qui abbiamo usato il the, ma non ripeterei l’esperienza per il troppo tempo necessario e per il risultato meno soddisfacente. Procedete con i 10 minuti circa di cottura.