Devo proprio dirvi la verità? Per me Abilmente comincia davvero già quando, arrivata alla stazione, salgo sulla navetta. J’adore…

È un pulmino di gioia liquida, fresca di toeletta, nelle cui aspettative ti riconosci da subito: come poter resistere a quel suo cinguettio di donne in amore, disposte a tornare nel nido solo dopo aver raccolto un ricco bottino creativo? Come non origliare quei discorsi che brillano come letterine di Babbo Natale, quelle liste trapuntate di entusiasmo e progetti tutti da inventare? (Io mi sono innamorata della signora Annalisa che raccontandomi dei suo 40’anni di coperta a crochet mi ha raccontato una vita…)

Ma sto divagando, perchè se voi siete lì a leggermi è per entrare in fiera, per andare di là della foto di rito davanti al lettering arancione, che anche da lontano qui indica la strada a noi pellegrine.

Stamattina vi porto direttamente nel cuore dell’inaugurazione di Abilmente, descritta da Matteo Marzotto, Presidente di Fiera di Vicenza e Corrado Facco, Direttore generale, come uno dei fiori all’occhiello della città, capace di rendere “Vicenza capitale del ben fatto manuale”.

Ma la mia standing ovation è per l’Art Director Lea Di Muzio che, parlando di tribù in visita ad Abilmente, ha saputo ben rendere quel fruscio di sacchetti e aspettative che conoscete bene, che spazia dalla mamme che creativamente si riappropriano degli spazi della propria casa a chi della manualità ha saputo farne un mestiere (non perdetevi il convegno di domani!)

E poi….. trattenete il fiato care fanciulle, perché, sempre durante l’inaugurazione, ho visto meraviglie, che spero rendano l’idea, nonostante abbia scattato le mie foto con il mio fedele iphone da viaggio. A sfilare sono stati infatti 6 abiti esclusivi, da mille e una notte, realizzati con materiali inusuali, tutti indossabili (carta, plastica, cellophane, etc.). Comincio a stuzzicarvi l’appetito creativo con qualche dettaglio.

Il Mille pieghe primavera aveva uno stile inconfondibile, quello di IncaRtesimi di Monica Dal Molin. Un vestito di carta con corpetto a monospalla rivestito di foglie e gonna a palloncino formata da decine di fiori stilizzati, ottenuti partendo ognuno da 5 fogli quadrati. La tecnica è infatti quella dell’origami – l’arte di piegare la carta – e questo tipo di fiore è il classico utilizzato nel kusudama, che indica un modello solitamente composto unendo insieme diversi moduli identici. Un cerchietto decorato andava ad arricchire l’acconciatura e completava l’abito, semplice ed elegante (Lo rivedrete più giù nella sua completezza).

E visto che stiamo parlando di Monica, vi racconto anche il suo splendido Verba volant, scripta manent. Un abito di carta (come poteva non esserlo?) dal sapore vintage, interamente rivestito di pagine di vecchie riviste dei primi del ‘900. Fantastico il corpetto con chiusura a lacci intrecciati e decorazione a monospalla sopra la gonna a più strati (tono su tono – formati da mezze ruote e decorati lateralmente da una delicata composizione di fiori e foglie di carta). Tocco finale di questo abito così originale e sofisticato, una rosa di carta tra i capelli.

Un Omaggio alla natura a ciò che rinasce, al ciclo continuo della vita è invece l’abito di Elvezia Allari, indossato a piedi nudi e spargendo semi, perché “nascerà bellezza. E la bellezza forse…ci salverà”. Di carta, decorato con fiori secchi di rose, ortensie, prezzemolo, spezie, bacche, era da vera principessa elfica.

Sarebbe piaciuto tantissimo a mia figlia Anna, colpita da Frozenmania, l’abito Inverno di Edoardo Maria Maggiolo. Riuscite a immaginare come sia stato realizzato? Eh sì, con varie tipologie di nylon e cristalli. Il risultato finale è davvero scenografico, trasparente e scintillante, da vera e propria regina delle nevi. (Se volete saperne di più su di lui andate a leggere l’intervista che gli ha fatto Linda di Pane amore e creatività).

Sempre di Elvezia Allari è Abito… con te in qualsiasi frammento geografico, un abito realizzato con mappe topografiche (carta) di città. Un pezzo unico, “un inno al nomadismo metropolitano”.

Edoardo Maria Maggiolo ha presentato anche Estate un altro abito della collezione “Le quattro stagioni”. Realizzato con carta velina, carta cotone, carta crespa, tessuto non tessuto, perle e piume, ha un caratteristico corpino che vedrei bene indossato con jeans a sigaretta e tacchi vertiginosi.

Puff puff, pant pant, siete ancora lì? Mi rendo conto editando le foto, che rendano meno che dal vivo, ma posso assicurarvi che gli abiti erano tutti molto curati nei particolari e hanno saputo suscitare nei presenti un generale effetto wow.

Qual è il vostro preferito?

Io adoro quelli di Monica Dal Molin, così l’ho intervistata, ma ve lo racconterò in un altro post. Nel prossimo post comincerò a parlarvi di crochet e tricot, ci son meraviglie in agguato (intanto se avete #unsognoinungomitolo andate a scriverlo qui).

Oggi tornerò qui sul blog e vi racconterò. Vi ricordo che in questi giorni potete seguirmi anche su
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Belli gli abiti di carta.Amo i fiori Kusudama bianchi, con pagine di vecchi libri,con spartiti…ma Verba volant con i centrini di carta al fondo, mi ha Stregatto (siamo nel Paese delle Meraviglie )Belli belli belli tutti.
Buona serata.Riposati e domani… si riaprono le danze nelle mille volùte del crochet
.Brava Paola,vai tranquilla :bella presentazione, belle foto.
Monica dal Cin non delude mai! Stregatta anche io Laura! E per le foto sì, mi manca la reflex ma ho già pc e telefono con cavi alimentatori e cavetti: poi i gomitoli dove li metto? Hihihi…
Hai cominciato alla grande con questi vestiti!
Doria son loro che hanno cominciato alla grande, ma devi vedere quelli di Luisa De Santi all’uncinetto: li metterei subito!!! Ma ve ne parleró!!!!
Bello!!! Avvicinati, che sento il fruscio di sacchetti!!
Quello con i sacchetti è stato davvero una sorpresa. Dovevi vederlo mentre la modella camminava… Svolazzava (e frusciava). È il nylon appuntato sui capelli si gonfiava raddoppiando l’effetto regina delle nevi
[…] abiti da sposa che abbiamo visto sfilare il giorno dell’inaugurazione (per leggere le loro dettagliate descrizioni andate qui) e che successivamente sono stati esposti in fiera, realizzati con carta, fiori secchi di rose, […]