Accade, viaggiando, di incontrare mondi che non ti aspetteresti, e a noi che siamo partite per Parigi per realizzare il sogno di andare a Créations & Savoir-faire – il salone della creatività di Parigi (di cui non ho ancora finito di raccontarvi) – è capitato di entrare per caso in un microcosmo inaspettato, capace di nutrire la nostra immaginazione.
“Tout commence par le plaisir de matériaux (Tutto comincia dal piacere per i materiali)” racconta Cécile Bouvarel a chi si ferma a parlare con lei: vuole far ascoltare la voce di ogni frammento e dettaglio, sia esso di pietra, lamiera, legno o elemento di riciclo, spiritualiser la matière, colorer ses oeuvres de musicalitè et de poésie. Purtroppo fare foto alle opere in mostra non era permesso, quindi se queste miniature venute fuori googlando vi hanno incuriosite, per saperne di più dovrete proprio andare sul suo sito web. A me il suo gioco piace: tutto diventa altro da sè, creando alcuni degli oltre-versi possibili…
Abbiamo scovato la sua exposition temporanea lungo la “viaduc des arts” che inanella lungo il vecchio viadotto dell’ex linea ferroviaria Bastille-Saint-Maur di Parigi ben 54 negozi e gallerie d’arte, collocate sotto le antiche volte, oltre grandi vetrate. Scultori, liutai, ebanisti, ceramiste che dipingevano a mano i piatti facendoli ruotare sul tornio, negozi di broderie come Le Bonheur des dames (in cui non abbiamo resistito a delle piccole tentazioni) ci hanno regalato inaspettate ispirazioni, così come le mostre di artisti come Cécile e vere e proprie gallerie come quella di Tzuri Gueta, con i suoi sorprendenti gioielli in pizzo alimentato con silicone, capaci di evocare lo spirito degli anemoni marini.
Insomma, Parigi è davvero da scoprire in ogni angolo, ma non sono certo io a dovervelo ricordare…
Potrebbe essere così bella ciascuna città, se come Parigi si sovvenzionassero idee creative, vecchie botteghe e lavori artigianali. Invece ultimamente è tutto un franchising: H&M, Sisley, Benetton, Gup, Nike…oramai i centri sono tutti omologati. Ed invece, se ogni città avesse la sua Marais, saremmo tutti più gai e poetici. Come dire: c’ho l’alibi per prenotare un volo ;-)
Un abbraccio, e°*°
Paoletta mi hai regalato un soffio d’aria calda… grazie
@ Nina e Elenita: è il regalo di riuscire ogni tanto a mettere il naso fuori dalla propria tana, non è vero? Torniamo a casa con le mani piene di nuove possibilità… A volte, nel trantran ( come dicono a Parigi nel métro, boulot, dodo…metro, lavoro, nanna…) io mi dimentico che sono infinite!!! E comunque menomale che ci sono blog come i vostri, che mi aprono orizzonti sempre nuovi e differenti! Grazie ragazze!!!!